PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E
PIANO TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L’INTEGRITA’(P.T.T.I.) 2022-2024
Glossario
– FNOPO: Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica
– PTPC: Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione
– PTTI: Piano Triennale per la Trasparenza e l’Integrità
– ANAC: Autorità Nazionale Anti Corruzione
– RPCT: Responsabile della Prevenzione Corruzione e Trasparenza
– OPO di Macerata: Ordine della Professione Ostetrica di Macerata
– OIV: Organismo Indipendente di Valutazione
– CD: Consiglio Direttivo
– PA: Pubbliche Amministrazioni
PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE 2022-2024
ORDINE DELLE OSTETRICHE DI MACERATA
Di seguito sono presentati il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione (PTPC) 2022-2024, il Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità 2022- 2024(PTTI) dell’Ordine delle Ostetriche di Macerata.
I Piani hanno una validità triennale e saranno aggiornati annualmente entro il 31 gennaio di ciascun anno, in ottemperanza di quanto previsto dall’art. 1, comma 8, della legge n. 190/2012.
L’aggiornamento annuale del PTPC dovrà tenere conto dei seguenti fattori:
- l’eventuale mutamento o integrazione della disciplina normativa in materia di
prevenzione della corruzione;
- i cambiamenti normativi e regolamentari che modificano le attività istituzionali, le attribuzioni o l’organizzazione dell’Ordine;
- l’emersione di nuovi fattori di rischio che non sono stati considerati in fase di
predisposizione del PTPC.;
- le modifiche intervenute nelle misure predisposte per prevenire il rischio di
corruzione.
Come previsto dall’art. 1, comma 10, della legge n. 190/2012, il Responsabile della prevenzione della corruzione provvederà a proporre al Consiglio Direttivo la modifica del Piano ogniqualvolta siano accertate significative violazioni delle prescrizioni in esso contenute.
Egli potrà inoltre, proporre delle modifiche al presente documento qualora ritenga che delle circostanze esterne o interne all’ente possano ridurre l’idoneità del Piano a prevenire il rischio di corruzione o limitarne la sua efficace attuazione.
Sarà inoltre onere del Responsabile della prevenzione della corruzione effettuare controlli annuali sulle attività svolte dai membri dell’Ordine ed a verificare l’efficace attuazione del Piano e della sua idoneità.
Il presente Piano è stato approvato dal Consiglio Direttivo dell’Ordine delle Ostetriche della Provincia di Macerata il 18/04/2022 CONSIGLIO N°26
Normative di riferimento
Leggi nazionali e Delibere ANAC:
– Decreto Legislativo del Capo Provvisorio dello Stato 13 settembre 1946, n. 233 Ricostituzione degli Ordini delle professioni sanitarie e per la disciplina dell’esercizio delle professioni stesse (GU n.241 del 23-10-1946); e s.m. e i.;
– Decreto del Presidente Della Repubblica 5 aprile 1950, n. 221 Approvazione del regolamento per la esecuzione del decreto legislativo 13 settembre 1946, n. 233, sulla ricostituzione degli Ordini delle professioni sanitarie e per la disciplina dell’esercizio delle professioni stesse. (GU n.112 del 16-5-1950 – Suppl. Ordinario); e s.m. e i.;
– Decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235 – Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi, a norma dell’articolo 1, comma 63, della legge 6 novembre 2012, n. 190. (GU n.3 del 4-1-2013); e s.m. e i.;
– Decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101 – Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni. (13G00144) (GU n.204 del 31-8-2013) convertito con modificazioni dalla L. 30 ottobre 2013, n. 125 (in G.U. 30/10/2013, n.255); e s.m. e i.;
– Decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39 “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell’articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190“; e s.m. e i.;
– Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”; e s.m. e i.;
– D. Lgs. n. 97 del 25 maggio 2016 “Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190 e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, ai sensi dell’articolo 7 della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”;
– Decreto del Presidente della Repubblica 7 agosto 2012, n. 137 Regolamento recante riforma degli ordinamenti professionali, a norma dell’articolo 3, comma 5, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148. (12G0159) (GU n.189 del 14-8-2012) e s.m. e i.;
– Legge 6 novembre 2012, n. 190. “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”; e s.m.i.;
– Decreto Legislativo 27 ottobre 2009, n. 150. Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni;
– Legge 4 marzo 2009, n. 15. Delega al Governo finalizzata all’ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e alla efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni nonché disposizioni integrative delle funzioni attribuite al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro e alla Corte dei conti;
– D. Lgs 30 marzo 2001, n. 165 “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”;
– Delibera ANAC 13 novembre 2019 n.1064 “Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) 2019”;
– Delibera ANAC 3 agosto 2016 n.831 “Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) 2016”;
– Delibera ANAC 28 dicembre 2016 n.1310 “Prime linee guida recanti indicazioni sull’attuazione degli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni contenute nel d.lgs. 33/2013 come modificato dal d.lgs. 97/2016”;
– Delibera ANAC 27 febbraio 2019 n. 141 “Attestazione OIV, o strutture con funzioni analoghe, sull’assolvimento degli obblighi di pubblicazione al 31 marzo 2019 e attività di vigilanza dell’Autorità”.
Regolamenti interni
– Regolamento Interno (art. 35 D.P.R. 5 aprile 1950 n. 221);
Codici di comportamento
– D.P.R. 16 aprile 2013 n. 62 “Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell’articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165”;
– Delibera ANAC n. 75/2013 – Linee guida in materia di codici di comportamento delle pubbliche amministrazioni (art. 54, comma 5, d.lgs. n. 165/2001);
– Codice etico e di comportamento dell’Ordine della Professione Ostetrica di Macerata.
INTRODUZIONE
L’Ordine della Professione Ostetrica della Provincia di Macerata è un ente pubblico non economico di organizzazione, promozione, vigilanza e disciplina professionale di categoria istituzionalmente riconosciuta. Si tratta di Ente dotato di propria autonomia organizzativa e funzionale che persegue non solo finalità proprie della professione, ma anche obiettivi di tutela della salute della collettività. Poiché è istituito con legge dello Stato (D.L.C.P.S. n. 233 del 13/09/1946 “Ricostituzione degli ordini delle professioni sanitarie e sulla disciplina delle professioni stesse”, cui è seguita la L. 43 del 2006) ha natura giuridica di ente di diritto pubblico.
Attraverso l’Ordine, il professionista ottiene la garanzia di una tutela giuridica e morale contro abusi ed arbitrii, per il corretto esercizio di diritti e doveri inerenti alla professione e l’utente ottiene la garanzia di livelli professionali appropriati, forniti da operatori abilitati.
In esecuzione delle norme contenute nel Dlgs CPS 13 settembre 1946, n.233 e successive modificazioni, e nel relativo Regolamento approvato con D.P.R. 5 aprile 1950, n. 221 e successive modificazioni, hanno avuto luogo, nei giorni 23 -24 Gennaio 2021, le elezioni del Consiglio Direttivo e del Collegio dei Revisori dei Conti dell’Ordine delle Ostetriche della Provincia di Macerata, i cui componenti sono eletti tra gli iscritti.
A seguito della distribuzione delle cariche, tenutasi il giorno 29/01/2021, i due organi risultano così costituiti:
Consiglio Direttivo
Presidente: Ost. Alessandra Petillo
Vicepresidente: Ost. Ilaria Magnani
Tesoriera: Ost. Irene Paoletti
Consigliere:
Ost. Valentina Ragugini;
Ost. Samanta Galiè
Revisori Dei Conti
Barbara Lattanzi
Veronica Palmieri
Mara Romagnoli
Nelle pagine che seguono è presentato il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza (PTPCT) 2022-2024 dell’Ordine delle Ostetriche della Provincia di Macerata.
Il PTPCT dell’Ordine della professione di Ostetrica della Provincia di Macerata è stato redatto in coerenza con le disposizioni contenute nella legge n. 190/2012 – come modificata dal D.lgs. n° 97/2016 – e nel Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) 2016 e successivi aggiornamenti, tenendo conto della peculiarità ordinamentale degli ordini professionali e delle rispettive Federazioni nazionali, delle proprie specificità organizzative e della particolare mission istituzionale svolta.
Il Consiglio Direttivo dell’Ordine si è impegnato nel proseguire le procedure di studio,valutazione e consultazione finalizzate alla redazione del Piano per la Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza 2022- 2024, che tenga conto dell’evoluzione della normativa in materia, dei più recenti orientamenti dell’ANAC adottati con il PNA 2016, cui espressamente rinvia anche il PNA 2019, e delle Linee Guida, dell’eventuale emersione di nuove aree di rischio o di misure più adeguate ed efficienti a fronteggiarle.
Le specifiche iniziative e misure volte a prevenire i reati di corruzione sono strutturate in questo documento quale guida fondamentale per i soggetti interni al Consiglio Direttivo e quale attestazione d’integrità per i soggetti
esterni che, direttamente o indirettamente, abbiano interesse a che l’Ordine operi e agisca in un contesto sfavorevole alla corruzione. Coerentemente con il sistema di governance dell’Ordine i destinatari diretti del PTPC e, conseguentemente, dell’attività del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT), sono il Segretario eletto, la Presidente, i componenti del Consiglio Direttivo e del Collegio dei revisori dei conti, le iscritte, i consulenti e tutti coloro che in qualsiasi forma o a qualsiasi titolo abbiano rapporti contrattuali o d’incarico con l’Ordine.
L’iter che ha portato alla predisposizione del PTPCT dell’Ordine si è sviluppato come descritto di seguito.
L’Ordine, in data 15/03/2021 ha provveduto alla nomina del Responsabile della prevenzione della corruzione (RPC) in esecuzione dell’art. 1, comma 7, della legge 190/2012 e del Responsabile della trasparenza (RT) in un’unica figura.
Vista e considerata la normativa sopra citata e, in particolare la delibera ANAC n. 145 del 21.10.2014, nonché la nota del 1.8.2014 prot. 43619 della Direzione Generale delle professioni sanitarie del Ministero della salute e considerata altresì l’assenza di un ruolo dirigenziale amministrativo nella propria organizzazione o di altro personale dipendente idoneo alla carica, preso atto della pubblicazione del PNA 2016 su G.U., n. 197 del 24.8.2016 ,si procedeva alla nomina della Vicepresidente Magnani Ilaria, come responsabile in materia.
Al fine di procedere alla definizione di una proposta di PTPCT da sottoporre all’adozione dell’organo d’indirizzo politico-amministrativo ovvero al Consiglio Direttivo dell’Ordine, il RPCT ha condotto una pianificazione delle attività, un’analisi dei rischi di corruzione, una progettazione del sistema di trattamento del rischio ed infine la stesura del presente Piano.
Stante la ridotta dimensione dell’Ente e l’assenza di pianta organica e di dirigenti non viene adottato il Piano della Performance così come indicato dal legislatore. Nelle more di articolare un ciclo analogo o strutture equivalenti ed integrarlo con il PTPCT dell’Ordine, però, l’Ordine garantisce allo stato attuale un meccanismo essenziale
comunque volto ad assicurare standard qualitativi ed economici del servizio, tramite un sistema di valorizzazione dei risultati e della performance organizzativa ed individuale, adeguandosi così ai principi generali di cui all’art. 3 del D.Lgs. 150/2009. Nell’Ordine è assente l’OIV (Organismo Indipendente di Valutazione) o altro organismo con funzioni analoghe, ragion per cui l’attestazione e la compilazione della griglia di rilevazione è effettuata dal RPCT.
L’Ordine adottando il presente PTPCT, in linea con quanto previsto dal citato PNA 2016 – 2019 e dal PTPC della FNOPO – Federazione Nazionale Ordini della Professione Ostetrica, già FNCO – Federazione Nazionale Collegi Ostetriche, si è, dunque, prefissato di perseguire i seguenti obiettivi:
1- il raggiungimento di livelli sempre maggiori di trasparenza da realizzarsi individuando e pubblicando sui siti istituzionali “dati ulteriori” rispetto a quelli obbligatori in relazione a specifiche aree di rischio;
2- il rafforzamento del ruolo del Responsabile della Prevenzione della Corruzione (RPCT) quale soggetto titolare del potere di predisposizione e di proposta del Piano Triennale per la Prevenzione Corruzione (PTPC) all’organo di indirizzo. Tale rafforzamento dovrà concretamente tradursi nella previsione ed attuazione di modifiche organizzative che assicurino al RPCT “funzioni e poteri idonei allo svolgimento del ruolo con autonomia ed effettività”.
Le finalità del presente Piano sono:
– prevenire la corruzione e l’illegalità mediante una valutazione del diverso livello di esposizione dell’Ordine al rischio di corruzione;
– ricercare e valutare ciascuna area in cui è maggiormente elevato il rischio di corruzione, sia all’interno delle attività indicate dalla Legge 190/2012 e dal PNA 2016 e successivi aggiornamenti, sia facendo riferimento agli specifici compiti svolti dall’Ordine;
– fare menzione degli interventi organizzativi necessari per prevenire i rischi;
– assicurare la puntuale applicazione delle norme sulla trasparenza;
– garantire l’idoneità, morale ed operativa, dei soggetti chiamati ad operare nei settori sensibili;
– salvaguardare l’applicazione delle norme sulla inconferibilità e le incompatibilità;
– tutelare l’osservanza del Codice di Comportamento dei Dipendenti e dei consulenti o collaboratori a qualunque titolo.
L’Ordine ritiene opportuno ed estremamente utile consentire ai soggetti portatori di interessi collettivi la presentazione di osservazioni, rilievi e suggerimenti da considerarsi in sede del successivo aggiornamento del Piano. Ove da tali contributi emerga l’esigenza o l’utilità di azioni correttive più tempestive, il RPCT procederà
senza indugio a formulare una proposta di modifica o integrazione del documento, sottoponendola al Consiglio Direttivo.
SOGGETTI E RUOLI COINVOLTI
Si riportano di seguito i soggetti che, allo stato attuale, concorrono alla prevenzione della corruzione all’interno dell’Ordine indicando quali sono i relativi compiti e funzioni:
- a) Il Consiglio Direttivo (autorità di indirizzo politico composta da sette componenti consiglieri, eletti tra gli iscritti all’albo delle ostetriche ogni 3 anni; all’interno dell’organo sono nominate 4 cariche: presidente, vicepresidente, tesoriere e segretario): designa il responsabile (art. 1 comma 7, della l. n. 190); adotta il P.T.P.C. e i suoi aggiornamenti e li comunica all’ANAC; adotta tutti gli atti di indirizzo di carattere generale, che siano finalizzati alla prevenzione della corruzione.
- b) Il Collegio dei Revisori dei Conti (composto da 3 componenti effettivi e da 1 supplente eletti, contestualmente al Consiglio Direttivo, tra gli iscritti all’Albo Provinciale delle ostetriche ogni 3 anni; all’interno del Collegio nominata la carica di Presidente): partecipa al processo di gestione del rischio; considera i rischi e le azioni inerenti la prevenzione della corruzione nello svolgimento dei compiti ad essi attribuiti; svolge compiti propri connessi all’attività di anticorruzione nel settore della trasparenza amministrativa (artt. 43 e 44 d.lgs. n. 33 del 2013); esprime parere obbligatorio sul Codice di comportamento adottato da ciascuna amministrazione (art. 54, comma 5, d.lgs. n. 165 del 2001); osservano le misure contenute nel P.T.P.C.; segnalano casi di personale conflitto di interessi; segnalano le situazioni di illecito.
- c) Il Responsabile della prevenzione: svolge i compiti indicati nella circolare del Dipartimento della funzione pubblica n. 1 del 2013 e i compiti di vigilanza sul rispetto delle norme in materia di inconferibilità e incompatibilità (art. 1 l. n. 190 del 2013; art. 15 d.lgs. n. 39 del 2013); elabora la relazione annuale sull’attività svolta e ne assicura la pubblicazione (art. 1, comma 14, del 2012); cura la diffusione della conoscenza del Codice etico e di comportamento adottato dall’amministrazione ai sensi del D.P.R. n. 62 del 2013, il monitoraggio annuale sulla loro attuazione, ai sensi dell’articolo 54, comma 7, del decreto legislativo n. 165 del 2001, la pubblicazione sul sito istituzionale e la comunicazione all’Autorità nazionale anticorruzione, di cui all’articolo 1, comma 2, della legge 6 novembre 2012, n. 190, e i risultati del monitoraggio. Coincide con il responsabile della trasparenza e ne svolge conseguentemente le funzioni (art. 43 d.lgs. n. 33 del 2013). I compiti attribuiti al responsabile non sono delegabilità, se non in caso di straordinarie e motivate necessità .
- d) Referente per la prevenzione della corruzione: coincide con il Responsabile della Prevenzione
- e) Tutti i dipendenti dell’amministrazione ( L’Ordine delle Ostetriche di Macerata non ha personale dipendente).
- f) I collaboratori, i consulenti e i soggetti che intrattengono un rapporto contrattuale per lavori, beni e servizi e/o a qualsiasi altro titolo con l’Ordine: osservano le misure contenute nel P.T.P.C.; segnalano le situazioni di illecito; si adeguano e si impegnano ad osservare, laddove compatibile, le disposizione al Codice etico e di comportamento dell’Ordine.
GESTIONE DEL RISCHIO CORRUZIONE: AZIONI E MISURE GENERALI
L’Ordine delle Ostetriche di Macerata ha sede a Macerata, via Tibaldi n°12. Il bilancio preventivo e consuntivo dell’ente sono stati finora formulati in adeguamento alla normativa della contabilità civilistica, adattata a livello regolamentare alle peculiarità dell’Ordine ed alle dimensioni dell’ente. Il bilancio annualmente alimentato della contribuzione da parte delle iscritte che ammonta ad euro 130 delle quali 30,50 EURO euro sono versati per ogni iscritta alla FNCO. I principali processi amministrativi sono connessi alle attività politico-istituzionali, delineati dalle leggi istitutive, e riguardano:
- le procedure elettorali del Consiglio Direttivo, del Collegio dei Revisori dei Conti
- l’approvazione dei bilanci di previsione e consuntivo da parte del Consiglio Direttivo prima e dell’Assemblea degli Iscritti poi;
- vigilanza, sul piano locale, alla conservazione del decoro e dell’indipendenza della professione;
- progetti volti a promuovere e favorire tutte le iniziative intese a facilitare il progresso culturale degli iscritti;
- designazione dei rappresentanti dell’Ordine presso commissioni, enti od organizzazioni di carattere provinciale, interprovinciale o regionale;
- concorso alle Autorità locali nello studio e nell’attuazione dei provvedimenti che comunque possano interessare l’Ordine;
- direttive di massima per la soluzione delle controversie e/o problematiche emergenti nel contesto lavorativo in cui opera l’ostetrica;
- esercizio del potere disciplinare nei confronti degli Iscritti.
- gli organi istituzionali dell’Ordine delle Ostetriche di Macerata eventuali rimborsi per i
componenti del Consiglio direttivo e del Collegio dei Revisori dei Conti);
- le prestazioni istituzionali (commissioni istituzionali nazionali ed internazionali,
aggiornamento professionale e organizzazione eventi, promozione della figura
professionale dell’ostetrica);
- uscite per l’acquisto di beni e prestazioni di servizi (relative alle consulenze
amministrative e fiscali, legali e informatiche e alle acquisizioni di software);
- uscite per l’acquisizione di beni di uso durevole ed opere immobiliari e di
immobilizzazione tecniche.
Le misure generali per la gestione del rischio corruzione si basano su principi essenziali alla prevenzione presentati con la Commissione Europea 2003/317 e sono sostanzialmente:
– l’individuazione di una posizione specifica per responsabili dei processi decisionali;
– l’istituzione di appositi organismi di lotta contro la corruzione competenti e visibili;
– la piena accessibilità e meritocrazia nella gestione degli incarichi pubblici;
– l’adozione di strumenti di gestione della qualità e di norme di controllo e vigilanza;
– la promozione di strumenti di trasparenza;
– l’adozione di codici di condotta;
– lo sviluppo di sistemi di protezione per chi denuncia l’illecito.
ANALISI DEL CONTESTO INTERNO
L’Ordine delle Ostetriche della Provincia di Macerata, appartiene al novero degli enti pubblici non economici di tipo “ordinistico”, ovvero istituzionalmente deputati – sotto la vigilanza del Ministero della Salute edella FNOPO- alla disciplina ed al governo della Professione Sanitaria dell’Ostetrica, nell’interesse e per il perseguimento del diritto alla salute nella sua accezione più ampia di benessere psicofisico dell’individuo e della famiglia. Dal suddetto inquadramento giuridico deriva l’applicabilità del D.Lgs. 165/2001, delle norme vigenti in materia di contabilità pubblica, anticorruzione e trasparenza (L. 190/2012, D.lgs. 33/2013 e s.m.i.).
La complessiva disamina del quadro normativo di riferimento di tipo “ordinistico” e di quello derivante dalla natura di “ente pubblico non economico” impone una attenta analisi e valutazione dei contesti strutturali e di azione e delle relative aree di rischio corruzione a questi correlate. A dette analisi e valutazioni va, in ogni caso, premesso che l’Ordine è ente di dimensioni ridottissime, che i processi amministrativi ed organizzativi fanno capo a cariche elettive di fatto gratuite e sono incardinati in un Ufficio Amministrativo che non è dotato di dipendenti, gestito dunque dalle cariche istituzionali dell’Ordine cui sono attribuiti dalla Legge istitutiva precisi poteri gestionali non solo di tipo politico-istituzionale, ma anche di tipo amministrativo-contabile e finanziario e più precisamente poteri di spesa, di organizzazione, gestione e controllo delle risorse umane e di quelle finanziarie.
Per questa ragione le cariche istituzionali dell’Ordine sono, giuridicamente oltre che politicamente, responsabili in via esclusiva della gestione dell’attività amministrativa e dei relativi risultati.
ANALISI DEL CONTESTO ESTERNO
Per quanto riguarda il contesto ordinistico, nella parte generale e speciale del PNA 2016 e successivi aggiornamenti e dal D. Lgs. 97/2016 è evidenziato come anche agli Ordini professionali debba applicarsi il complesso delle norme sulla prevenzione della corruzione e sulle norme della trasparenza. La Legge 3/2018
prevede espressamente che gli Ordini e le Federazioni Nazionali assicurano un adeguato sistema di informazione sull’attività svolta, per garantire accessibilità e trasparenza alla loro azione, in coerenza con i principi del decretolegislativo 14 marzo 2013, n. 33.
L’OPO di Macerata in quanto ordine nazionale della professione sanitaria ostetrica, si colloca inevitabilmente nel contesto della Sanità, in tal senso pertanto eredita dal mondo sanitario la criticità connessa ai contratti pubblici della sanità, laddove si determina un’anomala o rischiosa “prossimità” d’interessi fra soggetti che promuovono l’acquisto di prodotti della salute, nel caso di specie dell’area “materno-infantile” e soggetti (nel caso specifico le ostetriche) che impiegano e utilizzano tali prodotti e che potrebbero trasferire tali prodotti alle destinatarie della loro attività professionale o comunque farne propaganda.
L’aggiornamento del PNA dell’ANAC (Det. Anac 12 del 28/10/2015) ed il PNA 2016, non modificato nei successivi aggiornamenti, hanno identificato il settore dei prodotti farmaceutici, dei dispostivi, delle tecnologie nonché dell’attività di ricerca, formazione, di sperimentazione clinica e le correlate sponsorizzazioni come ambiti particolarmente esposti al rischio di fenomeni corruttivi e di conflitto d’interessi ed in tal senso appare indispensabile sia adottato il più ampio numero di misure di prevenzione della corruzione e di trasparenza.
L’Ordine ha effettuato la valutazione di tale rischio e ha implementato le seguenti misure: non sponsorizzare alcun prodotto o dispositivo sanitario e non intrattenere rapporti clientelari con professionisti ed eventuali informatori.
Nel contesto esterno si annoverano anche gli stakeholders, che sono rappresentati dalle ostetriche iscritte all’albo, i cittadini, Ministero della salute (Dipartimento professioni sanitarie), Dipartimento della Funzione pubblica, ANAC, sindacati, associazioni di utenti.
STRUTTURA ECONOMICA E PATRIMONIALE
L’Ordine è dotato di autonomia patrimoniale, finanziaria, regolamentare e disciplinare ed è sottoposto alla vigilanza del Ministero della Salute.
L’Ordine è dotato di una struttura organizzativa essenziale ed esclusivamente basata su impegno e dedizione degli Organi istituzionali. Le principali attività amministrative, contabili-giuridiche ed istituzionali vengono supportate da una segreteria nel quale non vi sono dipendenti e da un consulente in area fiscale (collaborazione annuale, rinnovabile annualmente, basata su affidamento di incarico diretto da parte dell’Ordine).
L’attività di segreteria si svolge a diretto contatto e, dunque, si compenetra con quella del Consiglio Direttivo e della Presidente, che “dirige gli uffici”. Altrettanta stretta collaborazione esiste fra la Presidente con il Consiglio Direttivo ed il Consulente affidatario del servizio contabile – fiscale.
Senza pretesa di esaustività l’azione amministrativa/contabile e giuridica dell’Ordine si estrinseca nelle seguenti attività:
– Gestione delle delibere di spesa;
– Tenuta dell’Albo e suo aggiornamento;
– Espressione pareri su richieste di liquidazione dei compensi per lo svolgimento dell’attività libero-professionale;
– Lettura Stampa e Novità legislative;
– Gestione dei rapporti con Istituti di Credito;
– Gestione delle Procedure di affidamento ed acquisizione di beni e servizi;
– Rapporti con fornitori ed in genere soggetti contraenti;
– Gestione dell’incasso delle quote annuali;
– Controllo della regolarità degli incassi;
– Emissione mandati di pagamento;
– Emissione reversali;
– Elaborazione e stesura bilancio preventivo e consuntivo (in collaborazione con il consulente commercialista);
– Attività di studio e ricerca (in collaborazione con eventuale consulente legale incaricato ad acta);
– Redazione eventuali denunce obbligatorie (con la collaborazione del consulente legale nominato ad acta);
– Gestione rimborso spese degli organi elettivi;
– Tenuta e redazione scritture contabili (in collaborazione con il consulente commercialista);
– Elaborazione pareri giuridici su richiesta di Enti o iscritti all’Albo, studio di atti, documenti e della normativa (in collaborazione con eventuale consulente legale incaricato ad acta);
– Disbrigo corrispondenza e tenuta del protocollo;
– Stesura circolari e comunicazioni alle Iscritte;
– Archiviazione pratiche e documentazione:
– Organizzazione Convegni, Congressi, Corsi od eventi formativi e di aggiornamento;
– Elaborazione e gestione testi di comunicazione istituzionale;
– Tenuta Agenda impegni e scadenziari;
– Elaborazione statistiche;
– Gestione sito web.
Senza pretesa di esaustività, la segreteria – sotto la direzione della Presidente e del Consiglio Direttivo e, ove richiesto, di concerto con i Consulenti dell’Ente – svolge i seguenti compiti di afferenza all’area “Affari Generali ed
Istituzionali”:
– Rapporti con FNOPO ed altri Enti o Istituzioni Pubbliche (Regione, Università, AASSLL);
– Reperimento di informazioni, atti e documenti;
– Stesura di atti e delibere;
– Disbrigo di corrispondenza, in entrata ed in uscita;
– Stesura di circolari e comunicazioni agli iscritti;
– Attività di studio e ricerca;
– Preparazione di riunioni del Consiglio Direttivo.
I principali processi amministrativi relativi alle attività politico-istituzionali riguardano:
– le procedure elettorali del Consiglio Direttivo e del Collegio dei Revisori dei Conti;
– l’approvazione dei bilanci di previsione e consuntivo da parte del Consiglio Direttivo;
– coordinamento e promozione dell’attività dell’Ordine sul territorio;
– la stesura di progetti volti alla promozione delle attività per la formazione e progressione professionale e culturale degli iscritti;
– l’attuazione sul territorio delle circolari e delle linee guida della FNOPO;
– la designazione dei rappresentanti del Consiglio Direttivo presso commissioni, enti ed organizzazioni di carattere interprovinciale;
– il concorso con le Autorità Centrali – di livello regionale- nello studio e nell’attuazione di provvedimenti di interesse della professione ostetrica;
– l’esercizio del potere disciplinare nei confronti degli iscritti responsabili di violazione degli obblighi tipici della professione;
– l’espressione di pareri di congruità sulle richieste di compenso per le attività libero professionali.
I principali processi di tipo gestionale, contabile e contrattuale riguardano:
– gli organi dell’Ordine (spese per le assemblee del Consiglio Direttivo, del Collegio dei Revisori);
– le prestazioni istituzionali dell’Ordine (corsi di aggiornamento professionale, organizzazione di eventi relativi alla prevenzione nel periodo della gravidanza e del puerperio, promozione della figura professionale dell’ostetrica);
– l’acquisto di beni e prestazione di servizi (consulenze legali e fiscali, informatiche).
Il bilancio dell’Ordine, preventivo e consuntivo, è formulato in ossequio alla normativa concernente la contabilità pubblica ai sensi della Legge 208/1999.
Le entrate economiche dell’Ordine corrispondono al versamento annuale delle quote di iscrizione da parte delle singole ostetriche. L’importo dovuto da ciascun iscritto è pari a euro 110,00 annui per il rinnovo dell’iscrizione di cui 30,50 viene versata FNOPO.
Le entrate e le uscite complessive dettagliate nei bilanci di gestione saranno pubblicati sul sito nella Sezione “Bilanci – Amministrazione trasparente”.
INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI RISCHIO
Il rischio è definito come possibilità che si verifichi un certo “evento” che si oppone o frappone al perseguimento dell’obiettivo istituzionale dell’Ordine.
L’individuazione delle aree di rischio dell’Ordine delle Ostetriche di Macerata è stata il risultato di una mappatura “sul campo” effettuata, propedeuticamente e funzionalmente all’elaborazione del presente Piano, verificando l’impatto del fenomeno corruttivo sui singoli processi svolti dall’Ordine professionale. Stante l’attuale indisponibilità di un repertorio completo di tutti i processi amministrativi e della loro articolazione in fasi/flussi, l’elenco dei procedimenti mappati non ha pretesa di esaustività ma si concentra nell’individuazione di un elenco il più completo possibile dei processi maggiormente rilevanti per frequenza e tenuto conto delle ridotte dimensioni dell’Ordine. Il punto di partenza per la mappatura è stata la legge n. 190/2012, e il PNA.
Le aree di rischio dell’Ordine della Professione di Ostetrica della Provincia di Macerata, comuni alle altre amministrazioni pubbliche, devono individuarsi ai sensi dall’art. 1 c. 16 della L. 190/2012, in:
- acquisizione e progressione del personale
- affidamento di lavori, servizi e forniture
- provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario
- provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario
Con riferimento specifico all’Ordine delle Ostetriche della Provincia Macerata vengono di seguito individuate le attività a rischio:
- acquisizione di consulenze;
- procedure elettorali riferite agli organi e alle cariche;
- compensi e rimborsi per gli organi istituzionali;
- esercizio del potere disciplinare nei confronti degli iscritti all’Ordine;
- individuazione dei docenti/relatori in eventi culturali e scientifici;
- individuazione dei soggetti organizzatori degli eventi formativi accreditati per la formazione continua in medicina;
- utilizzo di strumenti (telefono, pc, stampanti o altri dispositivi) in uso all’Ordine.
A queste aree di rischio deve aggiungersi, sul piano valutativo, quanto previsto dalle linee di indirizzo rese dall’ANAC nel PNA 2016 e successivi aggiornamenti, la quale, in relazione agli Ordini e Collegi Professionali ha individuato ulteriori tre macro-aree di rischio specifiche, sempre a titolo esemplificativo e senza pretesa di esaustività, cui si riferiscono le attività a più elevato rischio di corruzione ed ha reso gli esempi di eventi rischiosi indicando le possibili misure di prevenzione.
Esse sono individuate in tre macro-aree e precisamente:
– Formazione professionale continua;
– Rilascio di pareri di congruità (nell’eventualità dello svolgimento di tale attività da parte di ordini e collegi territoriali in seguito all’abrogazione delle tariffe professionali);
– Indicazione di professionisti per l’affidamento di incarichi specifici.
Per ciascuna delle tre aree di rischio il PNA ha individuato, in via esemplificativa e non esaustiva, un elenco di processi a rischio, di possibili eventi corruttivi e misure di prevenzione, ribadendo che “l’adozione di queste ultime richiede necessariamente una valutazione alla luce della disciplina dei singoli ordini e collegi professionali e l’effettiva contestualizzazione in relazione alle caratteristiche e alle dimensioni dei singoli ordini e collegi”. Appare fondamentale riportarli poiché a tali processi rischiosi è esposto l’Ordine.
Per quanto concerne la Formazione Professionale Continua, la fonte di disciplina è il Regolamento per l’aggiornamento della competenza professionale emanato dai singoli Consigli Nazionali ex art. 7, co. 3, d.p.r. 137/2012 ed eventuali linee di indirizzo/linee guida per l’applicazione dello stesso.
Ciascun ordinamento professionale ha, infatti, provveduto all’emanazione di un proprio regolamento in materia di formazione, previo parere favorevole del Ministero vigilante. Per il trattamento di questa specifica area di rischio, è necessario concentrare l’attenzione sulla corretta identificazione dei processi e sulla corrispondente individuazione del rischio e delle connesse misure di prevenzione. In particolare, si evidenziano i seguenti processi rilevanti:
– Esame e valutazione, da parte del Consiglio Direttivo, della domanda di autorizzazione degli “enti terzi” diversi dagli ordini e collegi, erogatori dei corsi di formazione (ex art. 7, co. 2, d.p.r. 137/2012);
– Esame e valutazione delle offerte formative e attribuzione dei crediti formativi professionali (CFP) agli iscritti;
– Vigilanza sugli “enti terzi” autorizzati all’erogazione della formazione ai sensi dell’art. 7, co. 2, d.p.r. 137 del 2012, svolta in proprio da parte degli Ordini e Collegi territoriali;
– Organizzazione e svolgimento di eventi formativi da parte degli ordini e collegi territoriali.
Rispetto ai processi rilevanti in materia di formazione professionale, è possibile individuare, sempre in astratto ed in via esemplificativa alcuni possibili eventi rischiosi:
– alterazioni documentali volte a favorire l’accreditamento di determinati soggetti;
– mancata valutazione di richieste di autorizzazione, per carenza o inadeguatezza di controlli e mancato rispetto dei regolamenti interni;
– mancata o impropria attribuzione di crediti formativi professionali agli iscritti;
– mancata o inefficiente vigilanza sugli “enti terzi” autorizzati all’erogazione della formazione;
– inefficiente organizzazione e svolgimento delle attività formative da parte degli Ordini territoriali.
Rispetto a detti eventi rischiosi, secondo le indicazioni del PNA, è possibile individuare alcune possibili misure e precisamente:
– controlli a campione sull’attribuzione dei crediti ai professionisti, successivi allo svolgimento di un evento formativo, con verifiche periodiche sulla posizione complessiva relativa ai crediti formativi degli iscritti;
– introduzione di adeguate misure di pubblicità e trasparenza legate agli eventi formativi organizzati dai collegi professionali, preferibilmente mediante pubblicazione – nel sito internet istituzionale dell’ente organizzatore – dell’evento e degli eventuali costi sostenuti;
– controlli a campione sulla persistenza dei requisiti degli “enti terzi” autorizzati all’erogazione della formazione.
Per quanto concerne l’area di rischio relativa all’adozione di pareri di congruità sui corrispettivi per le prestazioni professionali, la fonte della disciplina di questa attività è contenuta nell’art. 5, n. 3), legge 24 giugno 1923 n. 1395, nell’art. 636 c.p.c. e nell’art. 2233 c.c., nonché nel recente D.M. 19/7/2016, n. 165, che ha introdotto il “Regolamento recante la determinazione dei parametri per la liquidazione da parte di un organo giurisdizionale dei compensi per le professioni regolamentate, ai sensi dell’art. 9 del decreto legge 24/1/2012 n. 1, convertito con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27. Medici Veterinari, farmacisti, psicologi, infermieri, ostetriche e tecnici sanitari di radiologia medica”. Tale atto normativo prevede in allegato Tabella E) ex art. 2 comma 1 D.M. 165/2016 intitolato “Ostetriche: prestazioni e relativo valore medio di liquidazione”.
In sintesi, nonostante l’abrogazione delle tariffe professionali, ad opera del d.l. 1/2012 (come convertito dalla l. 27/2012), sussiste l’obbligo dei Consigli degli ordini territoriali di esprimersi sulla «liquidazione di onorari e spese»
relativi alle prestazioni professionali, avendo la già menzionata abrogazione inciso soltanto sui criteri da porre a fondamento della citata procedura di accertamento. Il parere di congruità – che dovrà necessariamente tenere conto dei criteri tabellari introdotti con il D.M. 165/2016 – resta, quindi, necessario per il professionista che, ai sensi dell’art. 636 c.p.c., intenda attivare lo strumento “monitorio” della domanda di ingiunzione di pagamento, per ottenere quanto dovuto dal cliente, nonché per il giudice che debba provvedere alla liquidazione giudiziale dei compensi, ai sensi dell’art. 2233 c.c. Il parere di congruità, quale espressione dei poteri pubblicistici dell’ente, è riconducibile nell’alveo dei provvedimenti di natura amministrativa, necessitando delle tutele previste dall’ordinamento per tale tipologia di procedimenti.
Ciò posto nell’eventualità dello svolgimento della già menzionata attività di valutazione da parte dell’Ordine, possono emergere i seguenti eventi rischiosi ed essere adottate le conseguenti possibili misure preventive:
– incertezza nei criteri di quantificazione degli onorari professionali;
– effettuazione di una istruttoria lacunosa e/o parziale per favorire l’interesse del professionista;
– valutazione erronea delle indicazioni in fatto e di tutti i documenti a corredo dell’istanza e necessari alla corretta valutazione dell’attività professionale.
Fra le possibili misure preventive, seguendo il PNA, si indicano:
– necessità di un regolamento interno in coerenza con la l. 241/1990, ove non già adottato in base all’autonomia organizzativa degli enti, che disciplini la previsione di: Commissioni da istituire per le valutazioni di congruità; specifici requisiti in capo ai componenti da nominare nelle Commissioni; modalità di funzionamento delle Commissioni;
– rotazione dei soggetti che istruiscono le domande;
– organizzazione delle richieste, raccolta e rendicontazione, su richiesta, dei pareri di congruità rilasciati anche al fine di disporre di parametri di confronto, eventualmente e se sostenibile, con una adeguata informatizzazione, nel rispetto della normativa in materia di tutela della riservatezza dei dati personali.
Per quanto concerne la macro-area di rischio relativa alla Indicazione di professionisti per lo svolgimento di incarichi, il PNA riferisce che questa riguarda tutte le ipotesi in cui gli ordini sono interpellati per la nomina, a vario titolo, di professionisti ai quali conferire incarichi.
Tra le varie fonti di disciplina è indicato il Decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, «Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. (Testo A)», che prevede, in relazione alle attività di collaudo statico, ad esempio, che «Quando non esiste il committente ed il costruttore esegue in proprio, è fatto obbligo al costruttore di chiedere, anteriormente alla presentazione della denuncia di inizio dei lavori, all’ordine provinciale degli ingegneri o a quello degli architetti, la designazione di una terna di nominativi, fra i quali sceglie il collaudatore» (art. 67, co. 4). Vi sono, poi, altri casi in cui normative di settore prevedono ipotesi in cui soggetti pubblici o privati possono rivolgersi agli ordini e collegi territoriali al fine di ricevere un’indicazione sui professionisti iscritti agli albi o registri professionali cui affidare determinati incarichi.
Quanto ai possibili eventi rischiosi il PNA osserva: “Nelle ipotesi sopra descritte e negli altri casi previsti dalla legge, gli eventi rischiosi attengono principalmente alla nomina di professionisti – da parte dell’ordine o collegio incaricato – in violazione dei principi di terzietà, imparzialità e concorrenza. Tale violazione può concretizzarsi, ad esempio, nella nomina di professionisti che abbiamo interessi personali o professionali in comune con i componenti dell’ordine o collegio incaricato della nomina, con i soggetti richiedenti e/o con i destinatari delle prestazioni professionali, o di professionisti che siano privi dei requisiti tecnici idonei ed adeguati allo svolgimento dell’incarico”.
Quanto alle possibili misure di prevenzione il PNA osserva che esse “potranno, pertanto, essere connesse all’adozione di criteri di selezione di candidati, tra soggetti in possesso dei necessari requisiti, mediante estrazione a sorte in un’ampia rosa di professionisti (come avviene per la nomina dei componenti delle commissioni di collaudo). È di fondamentale importanza, inoltre, garantire la trasparenza e la pubblicità delle procedure di predisposizione di liste di professionisti, ad esempio provvedendo alla pubblicazione di liste on-line o ricorrendo a procedure di selezione ad evidenza pubblica, oltre che all’assunzione della relativa decisione in composizione collegiale da parte dell’ordine o del collegio interpellato”.
In ogni caso in cui l’Ordine debba conferire incarichi al di fuori delle normali procedure ad evidenza pubblica, sono suggerite le seguenti misure:
– utilizzo di criteri di trasparenza sugli atti di conferimento degli incarichi;
– rotazione dei soggetti da nominare a parità di competenza;
– prevalenza del criterio della competenza e nomina del medesimo soggetto sulla base di ampia e adeguata motivazione in ordine alla assoluta idoneità rispetto alle funzioni richieste;
– valutazioni preferibilmente collegiali, con limitazioni delle designazioni dirette da parte del Presidente nei casi di urgenza;
– se la designazione avviene da parte del solo Presidente con atto motivato, previsione della successiva ratifica da parte dell’Ordine;
– verifica dell’insussistenza di situazioni, anche potenziali, di conflitto di interesse nei confronti del soggetto che nomina il professionista a cui affidare l’incarico richiesto, del professionista designato, dei soggetti pubblici o privati richiedenti, del soggetto destinatario delle prestazioni professionali;
– eventuali misure di trasparenza sui compensi, indicando i livelli più alti e più bassi dei compensi corrisposti, nel rispetto della normativa dettata in materia di tutela della riservatezza dei dati personali.
IDENTIFICAZIONE ED ANALISI DEL RISCHIO CORRUTTIVO
Dall’effettuazione dell’analisi preliminare sull’individuazione delle aree di rischio è emerso che la ridotta dimensione dell’Ordine, nonché la presenza di un’unica fonte di entrata economica (ovvero le quote versate dagli iscritti annualmente) ridimensionano i rischi e gli eventi di corruzione stante lo stretto e reciproco controllo di tutti gli attori coinvolti e dei relativi processi, nonché la limitatezza delle disponibilità economiche dell’Ente.
Appare chiaro che tale ridotta dimensione dell’Ordine rende non semplice l’attuazione dei procedimenti amministrativi posti a tutela della trasparenza, dell’imparzialità e degli altri canoni previsti all’art. 97 Cost, che debbono necessariamente essere contestualizzati ed effettuati con ragionevolezza e buon senso, a fini di semplificazione e per non gravare l’Ente di procedure costose in termini economici e di risorse umane, che renderebbero il raggiungimento del fine antieconomico.
Nell’ambito dell’Ordine delle Ostetriche della Provincia di Macerata la valutazione del rischio è stata effettuata su ogni attività inerente alle aree di rischio sopraindicate.
La metodologia di valutazione si riferisce al grado di esposizione alla corruzione delle aree calcolato sulla base dei criteri indicati dal PNA. Si tratta di un’analisi che consiste nella valutazione della probabilità che il rischio si realizzi e delle conseguenze che produce.
MISURE DI PREVENZIONE ADOTTATE
Di seguito, sulla base delle analisi svolte sono elencate le misure che l’Ordine ha adottato o adotterà per ogni area individuata negli atti di indirizzo dell’ANAC:
- Area dei processi finalizzati all’acquisizione e alla progressione del personale e degli incarichi di consulenza e collaborazione:
L’Ordine non ha dipendenti vi sono due consulenti esterni: uno in ambito economico-fiscale, l’altro in ambito informatico–˃ Rischio basso
- Area dei processi finalizzati all’affidamento di lavori, servizi e forniture nonché all’affidamento di ogni altro tipo di commessa o vantaggio pubblico disciplinato dal d.lgs. n. 50 del 2016:
L’Ordine ha ridotte dimensioni e iscritti –˃ Rischio basso
- Area dei processi finalizzati all’adozione di provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario:
L’Ordine utilizza procedure decisionali collegiali –˃ Rischio basso
- Area dei processi finalizzati all’adozione di provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario:
L’Ordine non prevede diarie –˃ Rischio nullo
- Area Formazione Professionale Continua:
Rotazione dei relatori nello svolgimento della formazione –˃ Rischio nullo
- Area rilascio di pareri di congruità (nell’eventualità dello svolgimento di tale attività da parte di ordini e collegi territoriali in seguito all’abrogazione delle tariffe professionali): Il tariffario è stato abrogato –˃ Rischio nullo
- Area indicazione di professionisti per l’affidamento di incarichi specifici.
Ridotte dimensioni dell’Ente, vi è un unico consulente esterno in ambito economico-fiscale –˃ Rischio basso
INCONFERIBILITA’,INCOMPATIBILITA’E CONFERIMENTO DI INCARICHI DIRIGENZIALI IN CASO DI PARTICOLARI ATTIVITA’ O INCARICHI PRECEDENTI
L’ Ordine della Professione di Ostetrica della Provincia di Macerata dà piena attuazione a quanto disposto dal d.lgs. n. 39 del 2013, recante disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, anche alla luce delle Linee Guida ANAC “in materia di accertamento delle inconferibilità e delle incompatibilità degli incarichi amministrativi da parte del responsabile della prevenzione della corruzione. Attività di vigilanza e poteri di accertamento dell’ANAC in caso di incarichi inconferibili e incompatibili”.
L’Ordine, anche per il tramite del responsabile della prevenzione della corruzione, verifica l’esistenza di eventuali condizioni ostative o impeditive previste dal d. lgs. 39/2013 in capo ai dipendenti ed ai soggetti cui l’organo di indirizzo politico intende conferire incarichi.
In caso si verifichi la condizione prevista dalla norma di cui sopra, il responsabile della prevenzione effettuerà una contestazione all’interessato e la causa deve essere rimossa entro 15 giorni; in caso contrario, la legge prevede la decadenza dall’incarico e la risoluzione del contratto di lavoro autonomo o subordinato. L’Ordine provvederà a conferire l’incarico a soggetto diverso.
L’Ordine, anche successivamente al conferimento dell’incarico, verificherà l’insussistenza di eventuali situazioni di incompatibilità, attuando un costante monitoraggio della normativa del caso.
Pertanto, ogni soggetto destinatario del presente Piano deve essere consapevole che:
- lo svolgimento di certe attività/funzioni può agevolare la precostituzione di situazioni favorevoli per essere successivamente destinatari di incarichi dirigenziali e assimilati e, quindi, può comportare il rischio di un accordo corruttivo per conseguire il vantaggio in maniera illecita;
- il contemporaneo svolgimento di alcune attività di regola inquina l’azione imparziale della pubblica amministrazione, costituendo un humus favorevole ad illeciti scambi di favori;
- in caso di condanna penale, anche se ancora non definitiva, la pericolosità del soggetto impone in via precauzionale di evitare l’affidamento di incarichi dirigenziali che comportano responsabilità su aree a ischio di corruzione.
Per garantire la massima attuazione delle disposizioni previste in materia di conflitto d’interessi, inconferibilità e incompatibilità, l’Ordine della Professione di Ostetrica della Provincia di Macerata, per ogni incarico acquisirà – per il tramite del RPCT – la debita dichiarazione in cui si attesti tra l’altro:
l’assenza di conflitti d’interesse, incompatibilità, inconferibilità, ai sensi della L. n. 190/2012, della d.Lgs. n. 33/2013, del D. Lgs. n. 39/2013, e del d. lgs. n. 165/2001 s.m. e i.;
– lo svolgimento o la titolarità di altri incarichi o attività ai sensi dell’art. 15 c.1 lett. c) d.lgs 33/2013; e si alleghi il curriculum vitae ed ogni attestazione o documentazione prevista dalle norme sopra richiamate, l’autorizzazione rilasciata dall’Ente di appartenenza ai sensi dell’art. 53 del d. lgs 165/200 (nel caso sia prevista) e la copia di documento di riconoscimento in corso di validità.
Per ogni dichiarazione sostitutiva di certificazione e di atto notorio ai sensi degli artt. 46-49 del d.P.R. n. 445 del
2000 (artt. 71 e 72 del d.P.R. n. 445 del 2000) sarà effettuata apposita verifica al fine di dare corso all’incarico.
WHISTLEBLOWER- Tutela del dipendente che effettua segnalazione d’illecito
Il sistema normativo per la segnalazione di condotte illecite è incentrato sul c.d. whistleblower, inteso come dipendente pubblico che intende segnalare illeciti di interesse generale e non di interesse individuale, di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, in base a quanto previsto dall’art. 54 bis del d.lgs. n.
165/2001 così come modificato dalla legge 30 novembre 2017, n. 179.
Ai fini della disciplina del whistleblowing, per “dipendente pubblico” si intende il dipendente delle amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del d.lgs. n. 165/2001, ivi compreso il dipendente di cui all’articolo 3, il dipendente di un ente pubblico economico ovvero il dipendente di un ente di diritto privato
sottoposto a controllo pubblico ai sensi dell’art. 2359 del Codice Civile.
La disposizione prevede quindi:
– la tutela dell’anonimato;
– il divieto di discriminazione nei confronti del whistleblower;
– la previsione che la denuncia è sottratta al diritto di accesso fatta esclusione delle ipotesi eccezionali descritte nel comma 2 del nuovo art. 54 bis d.lgs. n. 165 del 2001 in caso di necessità di svelare l’identità del denunciante.
Il dipendente/collaboratore che ritiene di aver subito una discriminazione per il fatto di aver effettuato una segnalazione di illecito deve darne notizia circostanziata dell’avvenuta discriminazione al Responsabile della prevenzione che valuta la sussistenza degli elementi per effettuare la segnalazione di quanto accaduto al soggetto che ha operato la discriminazione affinché valuti tempestivamente l’opportunità/necessità di adottare atti o provvedimenti per ripristinare la situazione e/o per rimediare agli effetti negativi della discriminazione, fatta salva la necessità/opportunità di segnalare la discriminazione ad altri organi competenti (ANAC, UPD, Ufficio del contenzioso, Ispettorato della funzione pubblica, OO.SS., Comitato Unico di Garanzia, TAR).
Il documento non può essere oggetto di visione né di estrazione di copia da parte di richiedenti, ricadendo nell’ambito delle ipotesi di esclusione di cui all’art. 24, comma 1, lett. a), della l. n. 241 del 1990.
La segnalazione di cui sopra dovrà essere indirizzata al RPCT secondo le seguenti modalità (così come riportate nel relativo modulo “MODELLO PER LA SEGNALAZIONE DI CONDOTTE ILLECITE (c.d. whistleblower)” pubblicato e
reperibile sul sito istituzionale nella relativa sezione “Amministrazione Trasparente-Anti-corruzzione).
- a mezzo del servizio postale o tramite comunicazione interna indirizzata al Responsabile della Prevenzione della Corruzione. Per garantire la riservatezza, la segnalazione va inserita in una busta chiusa che rechi all’esterno la dicitura “riservata/personale – whistleblower”;
- a mezzo di e-mail indirizzata esclusivamente al RPCT: ostetriche.mc@libero.it (la casella di posta elettronica indicata è ad uso esclusivo del RPCT per assicurare la riservatezza delle segnalazioni);
- verbalmente, mediante dichiarazione rilasciata al Responsabile della Prevenzione della Corruzione e da questi riportata a verbale.
Il RPCT opererà in attuazione del codice di comportamento dei dipendenti pubblici.
Le segnalazioni saranno poi inviate all’indirizzo whistleblowing@anticorruzione.it come da indicazioni ordinistiche.
TEMPI DI ATTUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE DEL RISCHIO
Tutte le misure di prevenzione del rischio sono d’immediata e permanente attuazione laddove non richiedano l’adozione di un atto/documento o un loro adeguamento.
FORMAZIONE E COMUNICAZIONE FINALIZZATA ALLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E ALLA TRASPARENZA
Il sistema della comunicazione e della formazione del personale e di tutti i soggetti coinvolti a diverso titolo nel presente piano è considerata attività centrale per l’efficacia del piano e per una fattiva attività di prevenzione della corruzione. A tal fine si rimanda all’attività della FNOPO.
In data 11/03/2021 è stata dedicata apposita sessione informativa/formativa (di circa 2 ore) per tutti i soggetti coinvolti organizzata dalla FNOPO a cui l’Ordine ha aderito inviando due partecipanti. L’Ordine si presta a partecipare in futuro ad ogni iniziativa formativa proposta e quindi a trasmettere a tutti i soggetti la diffusa e corretta conoscenza delle norme, dei principi, delle regole e delle attività attuate per prevenire la corruzione tramite la formazione svolta dai rispettivi organi.
IL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE E DELLA CORRUZIONE
Il RPCT è la figura centrale del sistema di trattamento del rischio di corruzione. Le funzioni ed i compiti del RPCT sono disciplinati dall’art. 1, commi 8-10, della legge n. 190/2012 e dal D. Lgs. n. 39/2013, come modificati dall’art. 41 del D. Lgs. 97/2016 e per lo svolgimento dei compiti assegnati, avrà completo accesso a tutti gli atti dell’organizzazione, dati e informazioni, funzionali all’attività di controllo che comunque sono di pertinenza del vertice gestionale.
In tale ambito rientrano, peraltro, anche i controlli inerenti alla sfera dei dati personali e/o sensibili, per i quali il RPCT individua le migliori modalità per la salvaguardia della riservatezza.
Tra gli obblighi del RPCT rientrano anche gli obblighi di denuncia che ricadono sul pubblico ufficiale e sull’incaricato di pubblico servizio ai sensi dell’art. 331 del Codice Penale.
In applicazione dell’art.1, comma 7, della legge n. 190 del 2012, l’OPO di Macerata ha provveduto a identificare il Responsabile di prevenzione della corruzione, che, ai sensi dell’art. 43 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 recante riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da
parte delle pubbliche amministrazioni, svolge anche le funzioni di Responsabile per la trasparenza.
Il CD (Consiglio Direttivo), in data 15/03/2021, ha provveduto alla nomina del Responsabile della prevenzione della corruzione e trasparenza. La scelta è ricaduta sulla Vicepresidente, investita della carica in data 15/03/2021, ritenuta idonea a ricoprire l’incarico attribuitele, come continuum del lavoro precedentemente svolto.
ELENCO DEI REATI CONFIGURABILI
Si richiama all’attenzione di tutti i soggetti coinvolti nel piano l’elencazione, seppure non esaustiva, dei principali reati contro la Pubblica Amministrazione disciplinati nel Titolo II, Capo I, del codice penale e, più in generale, tutte
quelle situazioni in cui, a prescindere dalla rilevanza penale, potrebbe emergere un malfunzionamento dell’Ordine, a causa dell’uso a fini privati delle funzioni attribuite, ovvero l’inquinamento dell’azione amministrativa ab externo, sia che tale azione abbia successo sia nel caso in cui rimanga a livello di tentativo.
– Corruzione per l’esercizio della funzione (art. 318 c.p.);
– Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (art. 319 c.p.);
– Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio (art. 320 c.p.);
– Istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.);
– Concussione (art. 317 c.p.);
– Indebita induzione a dare o promettere utilità (art. 319-quater c.p.);
– Peculato (art. 314 c.p.);
– Peculato mediante profitto dell’errore altrui (art. 316 c.p.);
– Abuso d’ufficio (art. 323 c.p.);
– Rifiuto di atti d’ufficio. Omissione (art. 328 c.p.);
– Turbata libertà degli incanti (art. 353 c.p.).
PIANO TRIENNALE PER LA TRASPARENZA ED INTEGRITA’
2022-2024
Il Piano Triennale per la Trasparenza e l’Integrità 2022-2024 (PTTI) integrato con il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione (PTCP), come previsto dall’art. 10, comma 2, del d.lgs. n. 33/2013. Tale integrazione sarà completata dal Codice etico e di comportamento dell’Ordine. Con il PTTI l’Ordine rende noto quali siano gli obiettivi e gli strumenti in materia di trasparenza, formalmente collocati in una più ampia azione di prevenzione della corruzione, al fine di garantire un adeguato livello di trasparenza, la legalità e lo sviluppo della cultura dell’integrità . La trasparenza, intesa come accessibilità totale delle informazioni concernenti l’organizzazione e le attività dell’Ordine, finalizzata altresì alla realizzazione di un’amministrazione aperta e al servizio del cittadino. Gli obblighi di trasparenza in esso contenuti comportano:
l’obbligo di pubblicazione per l’Ordine in conformità alle specifiche e alle regole tecniche di cui all’Allegato A del decreto e di cui alle ulteriori indicazioni rese con la delibera dell’ANAC n. 50/2013 , nei propri siti istituzionali dei documenti, delle informazioni e dei dati concernenti l’organizzazione e l’attività dell’Ordine medesimo.
- il diritto (di chiunque) di accedere ai siti direttamente ed immediatamente, senza autenticazione ed identificazione. Nell’ambito di tale obbligo l’Ordine deve rispettare i criteri di: facile accessibilità , completezza e semplicità di consultazione.
Il RPCT cura, quindi, il monitoraggio e la misurazione della qualità, anche in ordine ai requisiti di accessibilità e uso, della sezione “Amministrazione trasparente” del sito istituzionale www.ordineostetrichemacerata.it
Per quanto strumento di programmazione autonomo il PTTI è comunque adottato unitamente al PTPC, ovvero entro il 31 gennaio di ciascun anno e pertanto deve essere letto in maniera integrata con il PTPC.
Il PTTI unitamente al PTPC è elaborato dal Responsabile della Trasparenza e della Corruzione ed è sottoposto al Consiglio Direttivo dell’OPO di Macerata e pubblicato poi sul sito istituzionale. Sarà possibile fare richiesta di integrazione e/o modifica del Piano e di tutta la documentazione in materia di anticorruzione al responsabile
avvalendosi della relativa modulistica disponibile nella sezione “Altri contenuti – Prevenzione della corruzione” del sito dell’Ordine. I contributi raccolti saranno poi resi pubblici.
Il presente piano è approvato dal Consiglio direttivo in data 18/04/2022.
OBIETTIVI IN MATERIA DI TRASPARENZA
Al fine di garantire un adeguato livello di trasparenza, sono in conclusione individuati i seguenti obiettivi strategici in materia di trasparenza:
– Assolvimento di tutti gli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa in materia di trasparenza. A tal fine, per pubblicazione si intende, la pubblicazione nel sito istituzionale, all’interno della sezione “Amministrazione Trasparente”, dei documenti, informazioni e dati concernenti l’organizzazione e l’attività dell’Ordine;
– Accesso al sito istituzionale diretto ed immediato, senza necessità di registrazione;
– Controllo trimestrale da parte del Responsabile della trasparenza sull’adempimento degli obblighi di pubblicazione, nonché sulla completezza, la chiarezza e l’aggiornamento delle informazioni pubblicate;
– Individuazione di soggetti referenti che collaborano con il responsabile nel monitoraggio delle pubblicazioni;
– Resoconto annuo delle richieste di accesso civico finalizzato ad apportare eventuali modifiche del Piano della Trasparenza e dell’Integrità;
– Implementazione di misure che facilitino la condivisione e la diffusione di informazioni all’interno dell’Ordine.
Il responsabile della trasparenza promuove specifiche azioni formative in materia di trasparenza. Tutto il personale dell’Ordine è coinvolto nel perseguimento degli obiettivi di cui al presente programma.
PROCESSO DI ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA
I flussi informativi sono governati dal Responsabile della trasparenza. I dati e i documenti oggetto di pubblicazione debbono rispondere ai criteri di qualità previsti dagli artt. 4 e 6 del D. Lgs. n. 33/2013. I dati ed i formati devono essere accessibilità ed integri ed in formato pdf. Il Responsabile della trasparenza propone le azioni necessarie per adeguare il sito istituzionale agli standard previsti nelle linee guida per i siti web della P.A La violazione della disciplina in materia di privacy richiama la responsabilità dei responsabili di procedimento che dispongono la materiale pubblicazione dell’atto o del dato.
MISURE DI MONITORAGGIO E VIGILANZA
Il Responsabile della Trasparenza verifica il rispetto dei tempi di pubblicazione e una volta decorso il termine per la pubblicazione obbligatoria di cui all’art. 8 del D. Lgs. n. 33/2013, i dati devono essere eliminati ed inseriti in apposite cartelle di archivio della medesima tabella <
Il Responsabile della trasparenza ogni anno dovrà redigere una relazione annuale sullo stato di attuazione del presente Programma.
Sanzioni e responsabilità – Il Responsabile della trasparenza vigila sull’adempimento degli obblighi di pubblicazione e, se accerta violazioni, le contesta al responsabile del procedimento o al referente.
L’inadempimento degli obblighi di pubblicazione integra gli estremi della responsabilità per danno all’immagine.
L’ACCESSO CIVICO
Le prescrizioni di pubblicazione previste dal d.lgs. n. 33 del 2013 sono obbligatorie, sicchè , nei casi in cui l’Ordine abbia omesso la pubblicazione degli atti, sorge in capo al cittadino il diritto di chiedere e ottenerne l’accesso agli atti medesimi non pubblicati in base a quanto stabilito dall’art. 5 del medesimo decreto. La richiesta di accesso civico ai sensi dell’art. 5 non sottoposta ad alcuna limitazione quanto alla legittimazione soggettiva del richiedente, non deve essere motivata, gratuita e va presentata al responsabile della trasparenza dell’Ordine. Entro 30 giorni dalla richiesta L’Ordine deve:
- procedere alla pubblicazione sul sito istituzionale del documento, dell’informazione o dei dati richiesti;
- trasmettere contestualmente il dato al richiedente, ovvero comunicargli l’avvenuta pubblicazione, indicando il collegamento ipertestuale.
Se il documento, l’informazione o il dato richiesto risultano già pubblicati nel rispetto della normativa vigente, L’Ordine deve indicare al richiedente il relativo collegamento ipertestuale. I moduli necessari alla richiesta sono pubblicati sul sito istituzionale nell’apposita sezione “Altri contenuti – Accesso Civico”.